(CAVALIERI MARVEL)

 

N° 125

 

 

SEGRETI RIVELATI

 

 

1.

 

 

            Manhattan, New York City, primo mattino. L’uomo sdraiato sul letto matrimoniale disfatto è apparentemente alto un metro e 80, ha un fisico atletico, muscoloso, ma senza gli eccessi di certi body builders ed ha i capelli scuri, è nudo ed a malapena coperto da un lenzuolo. Sta dormendo apparentemente sereno, ma la sua serenità sta per finire.

            Sente qualcosa pungergli il collo e questo lo fa svegliare di scatto. In pochi decimi di secondo è completamente sveglio e consapevole di avere la lama di un pugnale appoggiata alla carotide. I suoi occhi grigi e penetranti si fissano sulla donna nuda e dai lunghi capelli neri che, seduta sul bordo del letto, impugna il pugnale in questione.

-Non è esattamente il risveglio in cui speravo, Elektra.- dice con apparente calma.

-Ma forse è quello che ti meriti… Nick Carter.- replica Elektra Natchios con un sorriso cattivo.

 

            Distretto di Kowloon, Hong Kong, Regione Amministrativa Speciale della Repubblica Popolare Cinese. Qualche ora prima. Il SUV si ferma davanti al cancello di una villa. Al suo interno ci sono cinque uomini ed una giovane donna bionda il cui unico abbigliamento sembra essere un giubbotto di pelle nera.

-Eccoci arrivati.- dice l’uomo alla guida in un Inglese appena venato da un accento francofono -E adesso che si fa?-

-Aspettiamo.- risponde un cinese alto dai capelli bianchi -Il padrone di casa non dovrebbe tardare molto.-

            Ha appena finito di parlare che una limousine nera si affianca al SUV. Pochi secondi ed il cancello si apre. La limousine lo varca ed il cancello rimane aperto.

-Direi che è un chiaro invito, quindi perché essere scortesi?-

            Il SUV si avvia lungo il vialetto d’ingresso seguito da altri due veicoli per poi arrestarsi davanti ad un porticato subito dietro alla limousine.

-Però!- esclama l’autista -Direi proprio che il padrone di casa ha buon gusto ed anche molti soldi.-

-Sui soldi non posso pronunciarmi, ma confermo il buon gusto.- interviene la ragazza bionda.

-Io direi di smetterla con le chiacchiere e raggiungere gli altri.- replica il cinese dai capelli bianchi.

            Dalle altre auto sono scesi alcuni uomini e donne e gli occupanti del SUV si affrettano ad imitarli. Non sono necessari troppi convenevoli. Quasi tutti si conoscono già e quei pochi che non si erano mai incontrati fanno rapidamente le presentazioni.

-Reston, figlio di una buona donna!- esclama il massiccio Black Jack Tarr abbracciando l’uomo dai capelli rossicci davanti a lui -Proprio non sai stare lontano dai guai. Ci hai fatto preoccupare, ma vedo che stai bene.-

-Stavo bene fino a poco fa, ma ora credo che tu mi abbia appena rotto un paio di costole, Tarr.- replica con un mezzo sorriso Clive Reston.

-Lynne, mia cara, sei decisamente cresciuta dal nostro ultimo incontro.- dice un uomo alto ed elegante alla bionda -Interessante scelta di vestiario. È una nuova tendenza della moda londinese di cui non sono al corrente oppure hai avuto qualche inconveniente?-

-Possiamo dire così, zio James.- risponde la ragazza di nome Lynne McElwain -Ho davvero passato un brutto momento e devo a Chance Renard se non sono finita nella pancia di un po’ di squali.-

-Sembra un racconto interessante. Immagino di doverlo ringraziare, allora. Chance Renard… lo stesso che chiamano il Professionista, per caso?-

-Proprio io.- risponde l’interessato con voce roca -E lei invece sarebbe….?-

-Ho usato molti nomi, ma quello che preferisco è quello sul mio certificato di nascita: Bond, James Bond.-

            Per qualche istante sul viso di Renard c’è un’espressione di sorpresa poi rimpiazzata da un sorriso.

-Un nome importante ed impegnativo.-

-Può aggiungere anche ingombrante e talvolta anche imbarazzante.-

-Non mi dica che lavora per l’MI6.-

-Non glielo dirò allora.-

-Scusate se mi intrometto nel vostro scambio di battute…- interviene Lynne -…ma potremmo continuare dentro? Io devo anche trovare qualcosa da mettermi.-

-Credo di avere qualcosa che potrebbe fare al caso tuo.- dice un cinese dal fisico tonico sul cui petto nudo è tatuato un gatto -La mia ex moglie ha lasciato qualche abito ed ha più o meno le tue misure.-

-Grazie, Shen-Kuei, sei un vero gentiluomo.-

            Il gruppetto fa per entrare nella villa quando ecco che si sente il rumore di un elicottero in avvicinamento che in pochi minuti atterra sull’ampio spiazzo davanti alla villa.

            Ne scendono alcune persone, ma è una in particolare ad attrarre l’attenzione di Lynne McElwain che esclama, sorpresa:

-Charles.-

            Anche l’uomo di nome Shang Chi è sorpreso nel riconoscere la donna al fianco del giovanotto con gli occhiali e mormora:

-Fah Lo Suee?-

La donna sorride e dice:

-Sono felice di rivederti, Piccolo Spirito.

 

            Lower East Side, Manhattan, tarda sera del giorno precedente. Jeryn Hogarth si sforza di rimanere impassibile mentre si siede di fronte alla sua figlia maggiore che porta il suo stesso nome, ma non è facile. I loro rapporti sono sempre stati difficili ed in buona parte per colpa sua. Non è stato un buon padre per lei come non lo è stato per Millie,[1] ma è troppo tardi per le recriminazioni.

            Jeryn si schiarisce la gola ed infine comincia a parlare:

-Credo che tu abbia molte cose da dirci, Jeri, ed è ora di cominciare a farlo.

 

 

2.

 

 

            Manhattan, New York City, primo mattino. L’uomo il cui nome è Nick Carter non sembra aver perso la sua flemma mentre si rivolge ad Elektra:

-Non hai perso tempo, vedo.-

-Pensavi davvero che il nome Nick Carter mi fosse sconosciuto? Un’ingenuità che non mi sarei mai aspettata dall’ultimo esponente di una famiglia di avventurieri.-

-Ho semplicemente giocato a carte scoperte … e tu sei stata al gioco.-

-E questo dovrebbe convincermi a non tagliarti la gola?-

-Maneggialo con cura quel pugnale: è un autentico kriss malese che il mio bisnonno ha strappato ad un pirata durante una sua avventura in Borneo.-

            Elektra deve ammettere di essere impressionata dal sangue freddo dell’uomo che ha di fronte, ma non lo dà a vedere.

-Molto interessante, ma si conficcherà nella tua gola se non farai esattamente quello che ti dirò.-

-Sono ai suoi ordini, Madame… o dovrei dire kyria?- replica lui in tono ironico.

-Comincia con il disattivare gli allarmi di questa casa.-

            Lui armeggia con il suo telefono e poi dice:

-Fatto.-

            Passa qualche istante, poi si odono dei rumori dal basso e poi sulle scale

-Non hai tentato trucchi, bravo.- dice Elektra mettendosi in piedi.

-Non sono stupido.- replica pacatamente Carter mentre si mette a sedere sul letto.

Poco dopo nella stanza entrano un uomo attraente e ben piantato che dimostra poco più di trent’anni dai corti capelli neri e penetranti occhi azzurri ed una donna, forse un po’ più giovane, dai capelli corvini lunghi e ricci e gli occhi scuri.

Carter volge lo sguardo verso di loro e dice:

-Yosev Tov e Rose Kugel, detta Wild Rose, agenti del Mossad.[2] Benvenuti nella mia umile dimora.-

-Sai chi siamo?- esclama, sorpresa, Rose.

-Non sarei all’altezza della fama dei miei famosi antenati se non fossi informato su di voi. Tov si è trovato faccia a faccia con il Teschio Rosso e il Seminatore d’Odio ed è sopravvissuto per raccontarlo.[3] Non è cosa da poco. Miss Kugel ha collaborato un paio di volte con il Punitore per smantellare delle reti terroristiche. Si mormora che ci sia anche andata a letto.-

            La sola risposta di Rose è uno sguardo severo. Carter prosegue:

-Spero che non siate stati troppo scomodi stando là fuori tutta la notte a sorvegliare questa casa –

-Tu sapevi che ci stavano seguendo?- gli chiede Elektra.

-Fin dal primo momento. Come avrai capito, ero preparato al loro arrivo. A proposito di quest’ultimo, noto che né tu né loro siete particolarmente imbarazzati dal fatto che sei completamente nuda. È forse perché ti hanno già vista così?-

-Che intendi dire?- gli chiede ancora Rose.

-Niente di particolare. Noto, anche, Miss Kugel, che da un po’ il suo sguardo è puntato su … una certa parte della mia anatomia. Spero che quello che sta vedendo sia di suo gradimento.-

-Brutto bastardo!-

            Rose fa per lanciarsi contro Carter, ma Tov la blocca afferrandole i polsi e dicendo:

-Non cadere nelle sue provocazioni, Rose, è proprio quello che vuole.-

            Nel frattempo Elektra ha recuperato dalla cartella di Tov il suo costume da battaglia e lo sta indossando. Una volta fatto si sistema i due sai alle cosce e la katana sulla schiena poi si annoda la bandana sulla fronte e finalmente si rivolge a Carter:

-Mettiti un paio di mutande e dei pantaloni. Dobbiamo parlare.-

-Non aspetto altro.- replica lui tranquillo.

            In quel momento si ode una voce provenire dalla porta della stanza:

-Vi consiglio di non muovervi, intrusi, o sarei costretto ad uccidervi.-

            A parlare è stato un giapponese dall’età indefinibile che impugna una pistola per mano.

-Calma i tuoi bollenti spiriti, Ten.- gli si rivolge Carter -Anche se può non sembrare, questo signori sono amici.-

-Se lo dici tu, Carter San.- replica l’altro non troppo convinto -Ma li terrò d’occhio lo stesso.-

-E questo chi sarebbe?- chiede Tov.

-Ten?- replica Carter -Un vecchio amico nonché il curatore del mio museo… e tante altre cose. Ten non è il suo vero nome ovviamente, ma mi piace chiamarlo così per… diciamo: ragioni sentimentali.-

            Carter finisce rapidamente di vestirsi e poi dice:

-Bene… adesso direi che possiamo trasferirci in salotto. Staremo più comodi e potremo parlare tranquillamente dei nostri affari.-

-Me lo auguro per te, Carter.- ribatte Elektra.

 

            Lower East Side, Manhattan, nella cucina della cosiddetta casa sicura in cui è stata portata Jeri Hogarth si versa una tazza di caffè ancora bollente e rimane ad osservarla mentre la sua mente ritorna alla sera precedente ed al lungo interrogatorio a cui l’ha sottoposta suo padre.

            Per una volta nella sua vita è stata assolutamente sincera ed ha detto tutto quello che sapeva sulla congiura contro la Rand-Meachum Corporation. Avrebbe fatto meglio a non impicciarsi, si dice, ma nonostante le profonde divergenze, per usare un eufemismo, con suo padre, non avrebbe potuto restare indifferente alla prospettiva che fosse ucciso. Forse non è così cinica e cattiva quanto lei stessa pensa di essere.

-Buongiorno, Miss Hogarth.-

            A salutarla è stata la ragazza che si fa chiamare Death Sting. Indossa un attillato costume rosso e giallo simile a quello di Iron Fist, così aderente da sembrare quasi disegnato sulle sue forme e con una scollatura che mostra una specie di tatuaggio a forma di serpente o forse di drago che inizia nell’incavo del seno. Tutti particolari che Jeri decisamente apprezza. Non riesce a fare a meno di sorridere pensando che l’amore per le belle donne è una delle poche cose che lei e suo padre hanno in comune. Il che le fa ricordare una cosa.

            Sorride alla ragazza appena entrata e le dice:

-Ora che tu sei qui, è davvero un buon giorno… Miranda.-

 

            Distretto di Kowloon, Hong Kong, Regione Amministrativa Speciale della Repubblica Popolare Cinese. Lynne McElwain si rimira allo specchio e sorride soddisfatta, nel salone poi scende nel salone e gli sguardi che l’accolgono le dicono che ha raggiunto l’effetto desiderato.

-Non è un po’ troppo… appariscente il tuo abito?- le chiede suo fratello.

-Mi copre più della giacca di Chance.- ribatte Lynne -Non fare il moralista con me. Charles, non sono meno vestita della tua amichetta.-

-Non è la mia amichetta.- replica Charles -Fa Lo Suee è mia prigioniera.-

-Una prigionia dorata la sua.-

-Ha promesso di aiutarci a rintracciare la sua sorellastra.-

-Solo per sua convenienza.- interviene Clive Reston -Non appena avremo sconfitto sua sorella per lei troverà il modo di pugnalarci alle spalle e riprendere il comando del Si-Fan.-

            La figlia di Fu Manchu sorride divertita mentre si rivolge a Reston:

-Tu mi conosci bene, Clive, non è vero? A proposito, come sta nostro figlio?-

-Affidato a persone in gamba e lontano dalle tue grinfie.-

-Chissà?-

-Scusate se m’intrometto nelle vostre dispute da ex amanti…- interviene Chance Renard -… ma credo che sia il caso di mettere da parte le questioni personali e darci da fare per fermare quella Kwai Far.-

-Ben detto Monsieur Renard.- replica la figlia di Fu Manchu -Che vi fidiate o meno di me, credo che sia nel vostro interesse ascoltare ciò che ho da dirvi.-

            Ed è esattamente quello che fanno.

 

 

3.

 

 

            Lower East Side, Manhattan, Death Sting sbatte gli occhi e balbetta:

-Come… come mi hai chiamato?-

-Con il tuo vero nome, perché tu sei Miranda Rand, non provare a negarlo. Non è certo una maschera sul      tuo bel visetto che può impedirmi di riconoscerti. Ci sono altri particolari che per me sono più evidenti di una foto o di un’impronta digitale.- risponde Jeri Hogarth con un sorrisetto -Non offendere la mia intelligenza negandolo, per favore. E questo vuol dire anche che tuo fratello Daniel è Iron Fist, giusto?-

            Death Sting rimane silenziosa e Jeri prosegue;

-Mio padre lo sa? Lascia perdere: è una domanda stupida. Si occupa degli affari della famiglia Rand da decenni e non è uno stupido. È ovvio che lo sa.-

-Che intenzioni hai.- le chiede finalmente Death Sting.

-Bella domanda. Non certo gridarlo ai quattro venti. Un segreto non ha alcun valore se lo riveli a tutti, ma penserò a qualcosa. In altri tempi avrei potuto rivelarlo a Wilson Fisk in cambio della sua protezione. Forse funzionerebbe anche con suo figlio.-

-E tu lo faresti davvero? Venderesti me e Danny al miglior offerente? Sei una… una…-

-Piano con le parole, tesoro. Non ho detto che lo avrei fatto, ma solo che poteva essere una buona idea. Se ci sarà un prezzo per il mio silenzio, sarai la prima a saperlo.-

            Prima che Miranda possa replicare si sente il rumore di una porta che si apre e poi quello di passi nel corridoio. Poco dopo ecco apparire il corpulento Jeryn Hogarth con al fianco Iron Fist. L’espressione sul volto di entrambi non promette nulla di buono.

-Ho delle novità di cui volevo mettervi al corrente.-  dice l’avvocato.

            Le due donne lo guardano senza parlare e lui chiede:

-Cosa c’è? Ho forse interrotto qualcosa?-

-Non quello che sarebbe piaciuto a me, papà, purtroppo.- risponde, sorridendo, Jeri.

-Lei sa.- aggiunge Death Sting -Di me e Danny, di chi siamo intendo.-

-Cosa?-Ma come ha fatto?- esclama Iron Fist.

-Ha riconosciuto me e da lì ha capito di te.- risponde Miranda.

-Non ne sono troppo sorpreso.- commenta Hogarth -Mia figlia è intelligente e né tu né Danny siete mai stati troppo attenti a proteggere le vostre identità segrete.-

-Ed andare in giro con un costumino attillato non aiuta davanti ad un osservatore attento.-dice Jeri.

Iron Fist rimane silenzioso.

-Che intendi fare di questa informazione?- chiede Hogarth alla figlia -Hai già pensato a chi venderla?-

-Come mi giudichi male, papà.- ribatte Jeri -Ti risponderò come ho risposto a Miranda: quando mi verrà una buona idea ve la farò sapere. Intanto, perché non ci racconti le novità di cui parlavi?-

            Hogarth fa un lungo sospiro ed infine dice:

-Ho delle notizie decisamente brutte.-

-Quali?- incalza sua figlia -Non tenerci più sulle spine. Parla.-

-Ricordi di avermi parlato di una praticante del tuo studio che ti aveva informato del complotto contro la Rand-Meachum?-

-Certo. Non dirmi che…-

-È stata trovata morta nel suo appartamento. Non si presentava al lavoro da quella mattina in cui aveva parlato con te e non rispondeva al telefono così la sua padrona di casa ha usato le sue chiavi per entrare nell’appartamento e quello che ha visto l’ha terrorizzata al punto di farla svenire. Per fortuna non era sola.

-Stai cercando di spaventarci, Jeryn?- gli chiede Death Sting.

-Sto solo riferendo i fatti. La ragazza era distesa sul pavimento del salottino ed era… non credo che ci sia un altro modo per dirlo…  era praticamente mummificata. Ci è voluto un po’ per identificarla con sicurezza. Chiunque le abbia fatto questo non è sicuramente un comune essere umano.-

-Oh, Mio Dio!- esclama Jeri perdendo la sua usuale patina di imperturbabilità.

            È Iron Fist a proseguire:

- Il Capitano Scarfe, che è un mio vecchio amico, ha pensato bene di informarci al di fuori dei canali ufficiali e gliene sono grato.-

-È chiaro ormai che quello che ci sta minacciando non è solo una normale scalata ostile, ma qualcosa di più sinistro.- aggiunge Hogarth.

-Qualcosa mi dice che non c’è solo questo.- dice Death Sting.

-E difatti è così.- replica Hogarth -Ma lascerò che sia un vostro vecchio amico a spiegare tutto meglio di me.-

            In quel momento una strana nebbia verde appare nella stanza e comincia a condensarsi in una figura umana.

 

            Manhattan, New York City, l’uomo di nome Nick Carter si siede su una comoda poltrona quindi si rivolge alle persone intorno a lui:

-Chiariamo una volta per tutte che anche se è vero che ho ricevuto l’incarico di eliminare Elektra, non ho mai avuto intenzione di farlo.-

-E dovrei crederti?- ribatte Elektra -Dopotutto lavori per la C.I.A. nella sezione diretta da un uomo che sarebbe felice di vedermi morta.-

-William Rawlins, un vero figlio di buona donna. Era abbastanza disperato da chiamare me pensando che fossi l’unico abbastanza abile da poter riuscire ad ucciderti, il che mi lusinga, lo ammetto. Purtroppo per lui c’erano dei particolari che non mi convincevano ed ho voluto approfondire. Tanto per cominciare, la C.I.A. non è autorizzata ad agire sul suolo americano, ma Rawlins ha insistito perché lo facessi ugualmente. Inoltre conosco la tua fama: sei una killer a pagamento, ma non un pericolo per la sicurezza nazionale. Ho fatto una mia indagine personale ed ho scoperto che qualche tempo fa Rawlins ti ha ingaggiato per eliminare il leader dello Zukistan, ma subito dopo ti ha venduto ad un gruppo di fanatici islamisti.-

-Hai parlato con William Roth.- interviene Yosev Tov.

-Esatto. Ha confermato i miei sospetti e questo mi ha fatto prendere una decisione.-

-E sarebbe?- gli chiede Elektra.

-Tu vuoi uccidere William Rawlins ed io intendo aiutarti a farlo.-

 

            Hong Kong. La donna di nome Kwai Far si rivolge agli altri membri del Consiglio dei Cinque e dice:

-Fah Lo Suee è qui.-

-Questo non ci voleva.- replica l’uomo in tunica rossa chiamato Fratello Scure -È astuta, abile e, cosa peggiore, conosce la nostra organizzazione ed ogni nostro rifugio alla perfezione. Se ha deciso di collaborare con i nostri avversari siamo in grave pericolo.-

-Io dico: uccidiamola!- interviene la ragazza chiamata Sorella Martello.

-Non è così facile.- ribatte quello chiamato Fratello Sciabola -In molti ci hanno provato e tutti hanno fallito. È stata data per morta più volte ed è sempre più ritornata. Proprio come nostro Padre.-

-Nostro padre, però è morto.- replica un’altra ragazza, conosciuta come Sorella Pugnale -Fah Lo Suee lo ucciso e le sue ceneri sono state disperse nello Spazio.-

-Ne sei davvero sicura?- le ribatte Fratello Scure -E se quello morto non fosse stato davvero nostro padre, ma un suo sosia? Se avesse orchestrato la sua morte per qualche suo contorto piano? Non sarebbe nemmeno la prima volta.-

Sorella Pugnale tace ed è Sorella Martello a chiedere:

-Che dovremmo fare, dunque?-

-Nulla.- risponde Fratello Sciabola.

-Sei forse impazzito?- gli chiede Fratello Scure.

-Per nulla. Lasciamo che Fah Lo Suee porti i nostri nemici da noi. Li affronteremo sul nostro terreno, alle nostre condizioni e li annienteremo.-

 

 

4.

 

 

            Manhattan, New York City. Elektra fissa Nick Carter negli occhi e chiede:

-Perché lo faresti? Perché tradiresti il tuo capo?-

-Perché se lo merita e perché è stato lui per primo a tradire. La C.I.A. non è certo un covo di santi, ma lui ha oltrepassato ogni limite e lo ha fatto esclusivamente per proprio vantaggio e non per il bene dell’Agenzia[4] o della Nazione. Non ho prove sufficienti delle sue malefatte, ma non mi interessa portarlo davanti ad un giudice.-

-E perché tutta quella sceneggiata per agganciarmi alla galleria d’arte?-

-Ammetto che mi divertiva. Volevo anche vedere fino a che punto saresti arrivata per smascherarmi.-

            Yosev Tov si lascia sfuggire una risatina ed Elektra lo fulmina con lo sguardo.

-Tutto molto bello.- dice Rose Kugel -Ma questo dove ci porta?-

-Ad eliminare William Rawlins senza che nessuno di noi possa essere incriminato per averlo fatto.- risponde Carter.

-E qualcosa mi dice che tu hai già in mente un piano.-

            Carter sorride e replica;

-Ti ho già detto che sei una donna molto intelligente oltre che incredibilmente sexy?-

 

            Lower East Side, New York City. La nebbia si condensa fino a diventare un uomo che indossa una lunga tunica verde ed il cui capo è coperto da un cappuccio che ne nasconde parzialmente il volto.

-John?- esclama, sorpresa, Death Sting.

-E questo chi sarebbe?- esclama, ancor più sorpresa, Jeri Hogarth.

            Il nuovo venuto si abbassa il cappuccio rivelando il viso di un uomo di età indefinibile completamente calvo.

-Ho avuto molti nomi.- risponde -John Aman, Amazing Man, Nebbia Verde. Ultimamente sono conosciuto come Principe degli Orfani.-

-Molto interessante.- commenta Jeri -E bell’entrata ad effetto. Cosa sei: una specie di supereroe?-

-Immagino che agli inizi della mia carriera mi si sarebbe potuto definire così, Miss Hogarth. All’epoca ci chiamavano uomini del mistero, ma non è il momento di parlare di me, bensì della minaccia che incombe su tutti voi.-

-E tu cosa ne sai, John?- gli chiede Miranda Rand -Puoi davvero dirci chi è il nostro nemico?-

-Tu e tuo fratello lo avete già incontrato: è una creatura non di questo mondo, un demone che si fa chiamare Ch’I-Lin.-

-Lo abbiamo affrontato un paio di volte.- dice Iron Fist -Ha detto che voleva ucciderci, ma ha fallito.-

-Perché non può affrontare te e tua sorella contemporaneamente. Il suo scopo è uccidere i possessori del potere del Pugno d’Acciaio ed in millenni di esistenza non ha mai fallito tranne che con Orson Randall che è riuscito a sfuggirgli smettendo di usare quel potere così che non potesse individuarlo. Impossibilitato a tornare nella sua dimensione senza aver portato a termine la sua missione ha usato i suoi poteri per impossessarsi di un uomo di nome Zhou Cheng ed abitando il suo corpo ha fondato un impero finanziario e criminale che si è esteso fino all’occidente. Chi gli si opponeva è morto eliminato dal suo potere o dai suoi sicari.-

-È lui che ha ucciso Brenda?- gli chiede Jeri.

-Voleva lanciare un avvertimento: chiunque sia vicino ai fratelli Rand o gli sia in qualche modo alleato è condannato a morte.-

-Dicevi che non può affrontare contemporaneamente me e Miranda. Perché?- interviene Danny Rand.

-È la sua unica concreta debolezza: non può uccidere un Iron Fist se prima non ha ucciso il precedente e quando Orson ha trasferito il suo potere a Miranda lei ne è divenuta in un certo senso l’erede spirituale. Per poter uccidere te Ch’I-Lin deve prima uccidere Miranda, ma la tua stessa presenza glielo impedisce. Per questo ha deciso di attaccarvi indirettamente facendo di chiunque vi sia vicino un potenziale bersaglio.-

-Non appena sono stato avvertito ho provveduto a mettere sotto protezione chiunque ne potesse avere bisogno.- interviene Jeryn Hogarth -Di Joy Meachum si sta occupando Paladin. Le Figlie del Drago sorvegliano me. Con te, Jeri, resterà Miranda.-

-Ho anche allertato le Armi Immortali.- dice ancora il Principe degli Orfani -Tutto intorno a voi c’è un vero e proprio cordone sanitario. Ch’I-Lin ed i suoi sicari non potranno attaccarvi indisturbati.-

-Manca solo una persona.- continua Hogarth -Ma se tutto è andato come previsto…- il suo telefono squilla -Ecco la telefonata che stavo aspettando.-

 

            Università di Harvard, Cambridge, Massachusetts. La ragazza che esce dalla biblioteca della Scuola di Legge della più antica e prestigiosa università degli Stati Uniti dimostra più o meno vent’anni. Ha i capelli castani tendenti al biondo, occhi chiari, fisico snello. È immersa in chissà quali pensieri e nota solo all’ultimo istante la giovane donna che sta chiaramente venendo verso di lei. Fisico tonico, ma senza eccessi, capelli corti e rossi. No, non è esatto sono color biondo veneziano anche se probabilmente solo una donna noterebbe la differenza. Indossa un tailleur scuro con gonna appena sopra il ginocchio e camicetta bianca con i primi due bottoni slacciati, gli occhi sono coperti da occhiali scuri. Chi è e cosa vuole da me? si chiede la ragazza.

            La donna si ferma davanti a lei e chiede:

-Millicent Hogarth?-

 

-Sono io, sì.- risponde la ragazza -E lei chi sarebbe?-

-Mi chiamo Priscilla Lyons. Mi manda suo padre per scortarla a New York.-

-E perché diavolo dovrei andare a New York quando ancora siamo lontani dalla pausa estiva?-

-Non è il momento di scendere in particolari, le dico solo che la sua vita è in pericolo e che a New York sarà più facile proteggerla.-

-Ed io dovrei crederle sulla parola? Come faccio a sapere che la manda davvero mio padre e che non è una trappola per rapirmi o peggio?-

-Lo chiami. Le spiegherà tutto lui, ma si sbrighi. Non so quanto tempo abbiamo ancora.-

            Millie Hogarth prende il suo cellulare e chiama il numero personale di suo padre. Pochi secondi ed ecco che sente la sua voce:

<<Millie, tesoro! Aspettavo la tua chiamata. Miss Lyons è lì con te?>>

-Sì, ma… cosa sta succedendo, papà?-

<<Ti spiegherò tutto quando sarai a New York. Fidati di Miss Lyons e seguila, ti prego.>>

            Finita la conversazione con il padre, Millie si rivolge a Priscilla Lyons:

-Come ci arriviamo a New York?-

-Una limousine con autista ci aspetta nel viale per portarci all’aeroporto Logan di Boston dove è in attesa il jet privato di suo padre.- le risponde Priscilla

-Tipico di papà. Ci sono sempre i soliti piloti?-

-Se intende le due ragazze, Annie e Jill, sì sono sempre loro. Era un’altra verifica?-

-Sempre meglio essere prudenti, non crede?-

-Sì, lo credo. Ora muoviamoci. Non abbiamo tempo da perdere.-

 

 

5.

 

 

            Hong Kong, Mentre camminiamo per un lungo e tortuoso corridoio sottomarino una domanda continua ad echeggiare nella mia mente: possiamo davvero fidarci di mia sorella? La risposta è ovvia: no. Reston ha ragione: Fah Lo Suee ci aiuterà finché le converrà e poi ci tradirà senza rimorso.

-So cosa stai pensando Shang Chi.- mi dice Leiko Wu -Ma che scelta abbiamo?-

-Nessuna.- le rispondo -Ed è proprio questo che mi preoccupa .-

            Fa Lo Suee ci sta portando in quello che da quello che ci ha detto dovrebbe essere il luogo in cui si riunisce il Circolo dei Cinque a cui in teoria Kwai Far deve rispondere. Sono tutti figli di Fu Manchu di cui non conoscevo l’esistenza. Quanti segreti aveva mio padre ? Li scopriremo mai tutti?

            Mentre mi faccio queste ulteriori domande mia sorella si ferma e dice:

-Siamo arrivati.-

-Io vedo solo un muro.- commenta l’uomo di nome Chance Renard.

            Fa Lo Suee sogghigna divertita e si limita a sussurrare qualcosa. Subito dopo la parete dinanzi a noi si apre.

-Un trucchetto alla “Apriti Sesamo”. Niente male.- dice l’uomo che ora so chiamarsi James Bond.

-Finora è stato tutto fin troppo facile.- interviene Clive Reston -La cosa non mi piace.-

            Come in risposta alla sua osservazione, un’altra parete si apre improvvisamente rivelando sei figure in costume. Una è sicuramente Kwai Far e gli altri…

-Il Consiglio dei Cinque vi dà il benvenuto.- dice un uomo che indossa una tonaca rossa bordata in oro ed il cui volto è nascosto da un cappuccio pure rosso -Siete pronti per la vostra morte?-

 

            Middlesex County, Massachusetts. La Lincoln Continental percorre al massimo della velocità consentita la strada che collega la cittadina di Cambridge all’aeroporto Logan di Boston. La distanza è meno di 7 chilometri e mezzo, ma per chi è a bordo dell’auto sembra quasi non finire mai.

-Insomma, chi è che vorrebbe uccidermi?- chiede una spazientita Millie Hogarth.

-In realtà non siamo davvero sicuri che qualcuno voglia farlo.- replica Priscilla Lyons -Ma visto che hanno cercato di uccidere sua sorella e che anche suo padre ed il resto dei suoi conoscenti è minacciato, è meglio non correre rischi, le pare?-

Mentre le due donne parlano l’aeroporto è finalmente in vista. La limousine si ferma non troppo distante dal punto dove sta in attesa un DC-10.

L’autista, anche lei una donna, apre lo sportello per far uscire i passeggeri e contemporaneamente dice a Priscilla:

-Guai in arrivo.-

Nei pressi del cancello sono apparse delle figure vestite di scuro.

-Li vedo.- replica la giovane donna -Me ne occupo io. Tu scorta Miss Hogarth all’aereo.

-Dopo verrò ad aiutarti.-replica l’altra.

            Priscilla non l’ascolta più. Comincia a correre verso i nuovi venuti e contemporaneamente si sfila gli occhiali scuri rivelando una mascherina domino azzurra sugli occhi. Si sfila le scarpe mostrando degli aderenti stivaletti rossi. Sempre continuando a correre si spoglia rivelando sotto i suoi abiti un costume a righe bianche e rosse. Dalla cintura estrae un paio di guanti rossi e li infila.

Quando è ormai arrivata davanti agli intrusi spicca un salto acrobatico e sferra un calcio ai due più vicini facendoli cadere.

Con una capriola si rimette in piedi e per la prima volta riesce a dare una buona occhiata ai suoi avversari. Indossano maschere dalle fattezze mostruose. No! Non sono maschere, è il loro vero volto.

-Hai osato sfidare gli Yaoguai, donna.- dice uno di loro -Ora ne pagherai il prezzo… con la tua vita.-

            Priscilla Lyons alias Vagabond comincia a pensare che questa mattina avrebbe fatto meglio a rimanere a letto.

 

            Un palazzo di uffici a Manhattan. Colui che si fa chiamare Zhou Cheng siede alla sua scrivania immerso in chissà quali pensieri quando la porta del suo ufficio si apre ed una giovane donna di evidenti origini cinesi gli dice:

-Mister Daniel Thomas Rand vuol vederla, Mister Zhou.-

-Cosa?- esclama Zhou chiaramente sorpreso.

Daniel Rand, vestito con un elegante completo gessato scuro, entra nella stanza e dice:

-Credo che sia arrivato il momento di risolvere le nostre dispute una volta per tutte… Ch’I-Lin.-

 

 

CONTINUA

 

 

NOTE DELL’AUTORE

 

 

            Poche, ma interessanti, cose da dire, quindi non perdiamo tempo:

1)    Nick Carter è un nome noto agli appassionati della avventura avventurosa ed è anche uno dei più antichi personaggi del genere. Nasce nel settembre 1886 sulle pagine di New York Weekly, una di quelle che all’epoca negli Stati Uniti venivano chiamate Dime Novels e che in seguito sarebbero state chiamate pulp magazines. A crearlo furono Ormond J. Smith e John R. Coryell. Nick Carter non era solo un detective, ma un avventuriero a tutto tondo anticipatore di personaggi come Doc Savage e Shadow. Nella sua carriera editoriale che durò fino al 1915 attraversò mezzo mondo si imbatté in civiltà nascoste ed affrontò nemici bizzarri spesso più di una volta. Caso strano per un personaggio di fiction era alto solo un metro e 63, ma era in grado di battere qualunque avversario grazie alla sua conoscenza di ogni tecnica di lotta. Aveva molti collaboratori, ma tra essi spiccavano particolarmente Patrick “Patsy” Murphy, di evidenti origini irlandesi, ed il giapponese Ten-Ichi, presunto figlio del Mikado, l’Imperatore del Giappone. Ten-Ichi è uno pseudonimo ed il suo vero nome non è mai stato rivelato. Nick Carter, Patsy e Ten sono noti ancora oggi al pubblico italiano grazie alla parodia decisamente ottima realizzata negli anni 70 da Bonvi.

2)    Nick Carter ebbe una seconda vita a partire dal 1933 come classico detective pulp. Questa incarnazione ebbe anche l’onore di una versione radiofonica e cinematografica.

3)    Una terza incarnazione di Nick Carter apparve tra il 1964 ed il 1990 in una serie di libri di tematica spionistica nello stile di James Bond, ma con più sesso e violenza. In questa versione Nick Carter è l’agente di una fittizia agenzia di intelligence chiamata AXE. Il suo nome in codice è Killmaster tradotto in Italiano (su Segretissimo) come Sterminio.

4)    Una particolarità da sottolineare è che le avventure di ogni incarnazione di Nick Carter, chiunque ne fosse l’autore erano sempre firmate Nicholas o Nick Carter.

5)    Nella mia versione i vari Nick Carter sono discendenti l’uno dell’altro e quello da me inventato condivide un po’ di caratteristiche di ciascuno dei suoi predecessori. L’idea di fare della casa del primo Nick Carter un museo a lui dedicato è ovviamente mia, come pure quella dell’inserire un curatore del museo fosse un giapponese soprannominato Ten. -_^

6)    Priscilla Lyons è stata creata da Mark Gruenwald & Paul Neary su Captain America #325 datato gennaio 1987. Diventa Vagabond su Captain America #336 datato dicembre 1987.

7)    Millicent, “Millie” Hogarth è stata creata da Tony Isabella & Greg Laroque su Power Man & Iron Fist #110 datato ottobre 1984. All’epoca aveva circa 16 anni ed ora ne ha circa 22.

Nel prossimo episodio: un bel po’ di azione per compensare tutte le chiacchiere di questo. -_^

 

 

Carlo



[1] Millicent, la figlia minore di Jeryn.

[2] Il servizio segreto estero dello Stato d’Israele.

[3] Su Super Villain Team Up #16/17 (in Italia su Marvel Omnibus #75).

[4] Nomignolo colloquiale della C.I.A.